Lorenzo La Fortezza
Lo scorso 16 gennaio, come classe 3D, abbiamo incontrato l’associazione “Il
Laboratorio”: presso la scuola media Graf sono venute alcune operatrici a
parlarci di che cosa questa associazione fa e a favore di chi. Si trattava di tre
donne: Samantha Lentini, Cristina Serralunga e la presidentessa
dell’associazione, Anna Ratti.
Dove si trova l’associazione? Essa ha la sua sede a Quarto Oggiaro, in via
Pascarella 20, ed esiste da ben vent’anni. Le nostre tre amiche ci hanno così
fatto fare un laboratorio di stensil, ma prima abbiamo svolto un questionario
sul tema del lavoro.
In effetti, a “Il Laboratorio” si rivolgono persone che hanno bisogno di essere
aiutate ad inserirsi nella società, tramite un mestiere: ex carcerati, disabili fisici
e mentali (tra cui malati psichiatrici), ex alcolisti ed ex drogati che si sono
disintossicati, nonché gli stranieri ed i senza tetto.
Perché nasce, dunque, “Il Laboratorio”? Due obiettivi: trasmettere le regole su
come si sta nel mondo del lavoro; spiegare a quelle persone svantaggiate, che
il diritto a lavorare è di tutti, anche di chi ha sbagliato e vuole rimediare.
Le modalità pratiche con cui tali obiettivi vengono attuati, sono tre tipi di
laboratorio: restauro mobili; laboratorio ”Delle Nespole” (dedicato al cucito) ed
appunto lo stensil.
L’opera svolta presso quest’associazione si può ben descrivere in tre parole:
inclusione, riabilitazione ed integrazione.
Per quanto riguarda la presenza dell’associazione sui media, talvolta capita che
ne parli il TG3, la RAI ed i quotidiani.
A me personalmente –e ad altri miei compagni di classe-, questo incontro è
parso utile dal momento che il tema del lavoro è di martellante attualità, e nel
quartiere di Quarto Oggiaro esso interessa molte famiglie.
Infine ricordiamo che l’associazione “Il Laboratorio” si può contattare
telefonicamente (al numero 02 39001313), oppure tramite il sito internet
www.associazionelaboratorio.it